L’Emilia Romagna ha un ricchissimo patrimonio di antiche varietà di pesco, come conseguenza della lunghissima tradizione che ha la coltivazione di questa specie in regione. Purtroppo, pur essendo un patrimonio unico al mondo, è a grande rischio di estinzione, poiché tali genotipi non sono più utilizzati dagli agricoltori nonostante le eccezionali caratteristiche qualitative. Il pesco era già conosciuto all’epoca dei romani e fino all’Ottocento era coltivato in filari lungo i margini dei campi, come alberi tutori della vite.
Le pesche noci, chiamate oggi nettarine, non erano invece conosciute dai romani. Arrivarono in Italia più tardi, probabilmente nel ‘500, e raccolte nelle collezioni medicee che furono immortalate e illustrate dal Bimbi.
L’origine delle pesche noci sembra infatti una mutazione avvenuta verso il 1200 nelle regioni dell’Asia centrale al confine con la Cina (Bacino di Tarim) e da lì si è diffusa per arrivare qualche secolo dopo in Europa. Alla fine dell’ Ottocento a Massalombarda sono nati i primi frutteti veri e propri: non più le piantate ma interi appezzamenti specializzati. A quell’epoca le tre varietà coltivate erano S. Anna, Buco Incavato Precoce e Tardivo (denominato anche Tardivo di Massa).
Fino agli anni Trenta il Buco Incavato era la varietà di pesco più coltivata in regione. Ecco perché è stato istituito recentemente un Presidio Slow food a salvaguardia di questa varietà storica che ha rischiato l’estinzione, se non ci fossero stati i Progetti comprensoriali integrati negli ultimi anni, i quali hanno permesso la reintroduzione in situ e l’individuazione di alcune fonti conservate dai frutticoltori locali. Successivamente, con lo sviluppo della frutticoltura soprattutto in Romagna, sono nate altre varietà prevalentemente a polpa bianca, in gran parte selezionate casualmente dagli stessi frutticoltori. Si è creato così un enorme patrimonio di varietà locali, in seguito però abbandonato a causa dell’introduzione di nuove cultivar americane con caratteristiche commerciali migliorative, ma che non hanno mantenuto il profumo e l’aroma delle vecchie pesche bianche della prima metà del secolo scorso. Attualmente molte vecchie varietà locali, più di un centinaio, sono conservate nella collezione di germoplasma in vivo presso l’Azienda sperimentale del Centro Ricerche Produzioni Vegetali a Imola, e dagli agricoltori custodi del territorio.
Alcune di esse sono state già iscritte al Repertorio predisposto dalla Regione e di conseguenza rientrano anche nel registro nazionale sulla biodiversità agraria.
Altre invece sono ancora in fase di registrazione. Ma spesso arrivano nuove segnalazioni e perciò si procede al recupero, conservazione e caratterizzazione per verificarne l’autenticità. Recentemente grazie al maggiore interesse dei consumatori verso i prodotti di qualità del territorio, nonché al supporto legislativo che è stato creato negli ultimi anni a tutela del materiale genetico autoctono, si sta cercando di rilanciare queste pesche di qualità generalmente eccelsa. Il problema è che sono spesso molto delicate e suscettibili alle manipolazioni. Possono essere quindi commercializzate solo con confezioni mono strato o doppio strato al massimo.
Considerata l’ampia gamma varietale, disponibile per tutto l’arco stagionale (da giugno a settembre), si sta cercando di creare una linea ad hoc di pesche bianche tradizionali, chiaramente distinguibile, da parte del consumatore, rispetto alle altre tipologie. Di seguito si descrivono le caratteristiche di alcune delle principali, in ordine di epoca di raccolta.
Luisa Berselli
Pesca bianca precoce selezionata negli anni ’50 del secolo scorso, in provincia di Bologna. L’albero è molto produttivo, piuttosto resistente al freddo e alle gelate primaverili. I frutti hanno forma allungata e leggermente umbonata, dimensioni medie . Buccia con sovracolore rosso intenso. Polpa bianca di ottimo profumo e sapore, fondente e succosa La tenuta di maturazione è limitata. Una recente ricerca dell’Università di Milano ha riscontrato un livello molto alto di polifenoli nei frutti. Matura alla fine di giugno.
Bella di Cesena precoce
E’ una mutazione precoce della Bella di Cesena con caratteristiche molto simili a quest’ultima, ma i frutti sono più piccoli anche se molto profumati. Matura alla fine di giugno, 10-15 giorni prima di Bella di Cesena.
Valeria
Pesca bianca romagnola della fine degli anni ’40. Produttiva, piuttosto rustica, poco sensibile alla bolla del pesco. I frutti sono di medie dimensione, la buccia è ricoperta di rosso per il 50% delle superficie. La polpa è bianca, molto buona, deliquescente e succosa. Matura nella prima settimana di luglio. Già iscritta al repertorio regionale.
Rosa Dardi
Pesca bianca individuata negli anni ’50 del secolo scorso nella Provincia di Bologna. Albero poco sensibile all’oidio e perciò adatto agli ambienti di collina. Di aspetto molto attraente, sapore buono ma non eccellente. Matura all’inizio di luglio.
Bella di Cesena
Pesca bianca di metà luglio, molto nota in passato in Romagna e soprattutto a Cesena. L’albero ha una limitata sensibilità alla bolla. I frutti sono medio piccoli con buccia tomentosa, colore rosso intenso sul 60- 70% della superficie. La polpa è fondente,di ottima qualità, molto profumata. La tenuta di maturazione è limitata, quindi adatta soprattutto alla vendita diretta. È stata già iscritta al repertorio regionale.
S. Anna Balducci
La S. Anna è un antichissima pesca bianca, tra le prime ad essere coltivate nei frutteti specializzati in Romagna. Negli anni ’30 è stata individuata una mutazione con frutti più colorati, a Imola nell’azienda Balducci, che ha preso il posto del clone standard. Tra le migliori dal punto di vista della qualità, del profumo e dell’aroma. La tenuta di maturazione è limitatissima. Matura il giorno di S. Anna, cioè il 25 luglio.
Rosa del West
Pesca bianca individuata a Barisano, Forlì, negli anni ’50 del secolo scorso. E’ forse ancora oggi la pesca bianca più coltivata in Romagna per le sue caratteristiche qualitative eccezionali, anche se purtroppo in regresso. Piuttosto produttiva, i frutti sono grossi, con sovracolore rosso sull’ 80% della superficie. La polpa è deliquescente, succosa e profumata. La tenuta di maturazione è discreta per una pesca bianca. Matura alla fine di luglio.
Pesca Carota
E’ un antichissima pesca già descritta da Gallesio all’inizio dell’800. Molto caratteristica per la polpa rossa, quindi ricca di antociani e polifenoli. Gli alberi sono resistenti alla bolla. I frutti sono grossi e di forma un po’ allungata, con sovracolore rosso molto intenso. La polpa fondente è di colore rosso, a volte anche sul 70% della superficie. Il sapore non è eccelso, ma l’aroma è molto intenso e caratteristico. Già iscritta al repertorio regionale. Si sta diffondendo nuovamente nelle aziende frutticole biologiche.
Sanguinelle
E’ una popolazione costituita da diversi genotipi che maturano da agosto a settembre, caratterizzati dalla polpa rossa. Il colore della buccia è più scuro rispetto alla pesca Carota, e il sapore inferiore. Alcuni genotipi hanno caratteristiche qualitative migliori. Gli alberi sono resistenti alla bolla, quindi sono adatti alla frutticoltura biologica.
Sole di Romagna
E’ una delle poche pesche antiche romagnole a polpa gialla insieme alla Gialla di Piangipane, ma superiore da un punto di vista qualitativo a quest’ultima. Era conosciuta e coltivata nella Provincia di Ravenna, tra Filetto e S. Pietro in Vincoli, fino a Forlì e Faenza. Gli alberi sono produttivi. I frutti di colore rosso intenso hanno polpa fondente, ottimo sapore e aroma marcato. Matura all’inizio di agosto.
Forli 1 e 2
Sono 2 pesche bianche oggi reintrodotte per la buona resistenza alla bolla e perciò idonee alla frutticoltura biologica. L’origine genetica è probabilmente molto antica, più vicino alle popolazioni delle pesche cotogne toscane che alle pesche del nord della Romagna come S. Anna e Buco Incavato I frutti sono grossi, con sovracolore rosso sul 60% della superficie. Il sapore è buono, la tenuta di maturazione e resistenza alle manipolazioni discreta. Maturano a metà agosto, a distanza di una settimana l’uno dall’altra.
Buco Incavato
E’ una pesca bianca che ha avuto una grande diffusione negli anni ’20 e ‘30. Poi sostituita dalle varietà americane. Il nome deriva dalla sutura che in molti frutti non è perfettamente saldata e quindi tende ad essere profonda e staccata formando due valve quasi separate E’ una varietà-popolazione inizialmente moltiplicata per seme e perciò si conoscono diversi tipi, simili di aspetto ma che si distinguono per epoca di maturazione, per colore, qualità e sensibilità a malattie come la Moniliosi. Il frutto è grosso, con sovracolore rosso esteso. Il sapore è ottimo, con profumo e aroma intenso. La tenuta di maturazione è buona. Epoca di maturazione verso il 20 di agosto.
Pesca noce cotogna
E’ una delle poche pesche noci antiche ancora sopravissute. Era anche questa una popolazione che si moltiplicava per seme, infatti si conoscevano due tipologie principali, spicche e duracine. Secondo quanto sosteneva Gallesio provenivano dalla collezione medicea della Vagaloggia e per questo denominata anche Pesca della Vagaloggia. Poi, nei secoli, si diffuse in Romagna e nel Ferrarese, ma anche in altre regioni italiane, sia al sud che al nord. Recentemente è stato trovato un genotipo a Massalobarda (RA) con frutti piccoli completamente depigmentati, polpa gialla che spicca. Gli zuccheri sono al disopra dei 18-20° brix, l’aroma molto intenso, polpa molto soda e aromatica. Viene molto usata per la trasformazione in sciroppati ad uso amatoriale ma anche per i mercatini locali. I frutti sono lasciati nei vasi con la buccia. Matura verso il 20 di agosto.
K2
Non è nota l’origine del nome, ma è una pesca bianca individuata nel modenese negli anni ’50. L’albero è molto produttivo. I frutti sono medi o grossi, molto profumati, di ottimo sapore e aroma intenso. Matura verso la fine di agosto Negli ultimi anni è stata nuovamente presa in considerazione per le ottime caratteristiche qualitative e la buona e costante produttività.
Tardiva di Massa
Coltivata a Massalombarda fin dall’inizio del secolo scorso insieme al Buco Incavato di cui prolungava il periodo di raccolta e quindi la fase commercializzazione. È un po’ meno produttiva di quest’ultima, ma i frutti sono grossi e molto aromatici. Matura alla fine di agosto-inizio settembre. E’ anch’essa una popolazione per cui esistono diversi genotipi, alcuni leggermente più tardivi.
Poppa di Venere
Anche questa è un antichissima popolazione di pesche bianche, la cui caratteristica comune è la forma allungata con umbone pronunciato, da cui il nome. Sono noti vari genotipi che maturano da agosto fino alla fine di settembre, alcuni si moltiplicavano per seme. Il più noto era molto tardivo, con maturazione a fine settembre. In Romagna è stato salvato un tipo che matura alla fine di agosto, con ottime caratteristiche qualitative anche se la tenuta di maturazione è limitata.
Settembrine
Sono un gruppo di varietà piuttosto eterogeneo, che hanno in comune l’epoca di maturazione molto tardiva, che va dall’inizio alla fine di settembre. Generalmente sono di sapore molto buono. Quelle che tradizionalmente si moltiplicavano per seme sono molto piccole. Le altre invece son medie o grosse, molto apprezzate nei mercati locali.