Il tè come è arrivato ed è riuscito a diffondersi nei vari paesi europei?
Può essere interessate sapere che il tè è arrivato in occidente in tempi relativamente recenti, importato dagli olandesi. Sembra infatti che la prima partita di tè sia arrivata in Olanda nel 1606 a bordo di navi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Era merce che occupava poco spazio, ma era molto preziosa ed il suo alto prezzo era giustificato dalle proprietà salutari che a quel tempo gli venivano attribuite.
Nicolaes Thulp , famoso medico olandese ( ritratto da Rembrant nel dipinto “La lezione di anatomia”) nel 1641 dedicò un capitolo a la “All’Herba Theée”, dove affermava che “nulla è più salutare di questa erba, poiché allunga la vita”. Un altro fervente sostenitore delle proprietà del tè fu Cornelius Bontekoe, altro medico olandese, che ne consigliava almeno 10 tazze al giorno. Anche i portoghesi, tra i primi ad istaurare commerci con Cina e Giappone, avevano iniziato ad importarlo in modo sporadico.
Come mai allora il tè è considerato, a ragione, la bevanda “British” per eccellenza? Le vicende del tè sono spesso intrecciate a quelle storiche: nel 1649 Carlo I d’Inghilterra viene decapitato e il figlio Carlo II si rifugia prima in Scozia poi in Olanda, dove impara ad apprezzare il tè. Nel 1660 rientra in Inghilterra e nel 1662 sposa Caterina di Braganza, principessa portoghese, che gli porta in dote alcune isole indiane e introduce l’usanza di bere il tè nella corte inglese. In questo paese il tè si trasforma in bevanda voluttuaria, status symbol della nobiltà e dell’alta borghesia. Altro punto importante è che, nel frattempo, anche la Compagnia delle Indie Inglesi aveva iniziato a importare il tè direttamente dalla Cina. Nel 1657 Thomas Garway, a Londra, fu il primo che
commercializzò il tè nelle proprie caffetterie, vendendolo in foglie o preparandolo come infuso.
Dopo qualche anno altri imprenditori aprirono locali dedicati al consumo del tè. Il più noto fu Thomas Twinings che aprì nello Strand (una zona aristocratica di Londra) una caffetteria che vendeva e serviva il tè nei propri locali. Nel 1734 queste catene di caffetterie vennero trasformate in vere e proprie sale da tè, aperte anche al pubblico femminile. Dobbiamo però specificare che, a quel tempo, il tè consumato era quasi esclusivamente tè verde, venduto ancora a caro prezzo.
100 grammi di Gunpowder (un tè verde tuttora in commercio) valevano l’equivalente di ben 220 euro attuali! Ma una svolta radicale è vicina: da qualche tempo, nella provincia di Fujian, erano riusciti a rendere più conservabile il tè grazie ad un trattamento di ossidazione controllata, sopratutto quello prodotto per l’esportazione verso i paesi vicini come la Mongolia e il Tibet.
Nacque così il tè nero, più adatto ai lunghi viaggi in mare e da subito molto più gradito ai palati occidentali. Fu in questa forma infatti che il tè venne consacrato, a metà ottocento, come rito anglosassone per eccellenza e codificato nel Five o’Clock Tea dalla Duchessa di Bedford. Ma l’argomento è talmente variegato ed interessate da meritare maggior spazio in un prossimo
articolo.