Cioccolato: uno di quei territori dell’abbinamento in tavola che, per il vino, risultano “scivolosi”; talvolta molto scivolosi. Eh sì, perché riprendere e assecondare le direzioni olfattive di un boccone così peculiare – vertendo le sue dominanti odorose attorno ai temi delle tostature e (soprattutto) delle torrefazioni – non è affatto un affare semplice.
Certo, avendo a disposizione una birra (essa stessa, in alcune declinazioni) orientata verso l’orizzonte delle direzioni torrefatte (caffè; orzo in tazza; cacao, appunto), il compito inizia a farsi più agevole: ed è tale sintonia che consacra il matrimonio tra il “cibo degli dei” (come lo si indicava tra le popolazioni precolombiane del Centro America) e la “figlia della spiga” (quale la definiva l’imperatore Carlo V d’Asburgo), quest’ultima nelle sue interpretazioni attinenti a stili “in abito scuro”, quali, ad esempio, Porter, Stout e derivati.
Eppure, di tipologie, nel cosmo brassicolo, ve ne sono tante altre: tantissime. E allora? Il connubio col cioccolato è, per queste ultime, da ritenersi impedito? Nossignori, perché il cioccolato stesso è capace di assumere profili sensoriali assai diversi, in funzione delle differenti “esecuzioni”: fondente, al latte, bianco…
Abbiamo di fronte, insomma, un eclettismo a doppio senso di circolazione: le cui potenzialità abbiamo voluto iniziare ad approfondire nell’occasione di cui diamo conto nelle pagine accessibili attraverso questo link: https://www.cronachedigusto.it/index.php/la-degustazione/birra,-con-il-cioccolato-ci-va-l-imperial-stout-e-con-gli-altri-stili-la-nostra-guida
Trovo sempre interessante leggere come “poter abbinare” il cioccolato da diversi punti di vista. Peraltro, mi fa piacere scoprire Manufatto Cacao.